Sulla legge elettorale interviene anche Federico Villa, segretario cittadino dell\’Udc. Ecco il testo della lettera inviata al nostro giornale:
Dopo quasi tre anni sembra essere finalmente giunto il momento dell\’approvazione di una legge elettorale. Una legge difficile, che fissa le regole del gioco e sulla quale gravano le sorti della democrazia di un Paese.
Dopo tanto tempo, dopo tante discussioni e tanti governi che hanno fallito il loro compito principale della sua redazione, ecco che in pochi giorni è arrivato Renzi, ha fatto due chiacchiere con Berlusconi e la legge elettorale sembra bella che fatta. E tutto questo sembra essere positivo, il primo segnale di un tanto agognato cambiamento per il Paese ma questa proposta di legge ha un enorme, gravissimo e soprattutto già ben noto errore: ancora una volta niente preferenze. I nostri parlamentari di nuovo non saranno eletti dai cittadini ma scelti a tavolino per ragioni che rimangono oscure e insindacabili dai capi di partito.
Davvero una bella proposta quella di permettere ancora che a Montecitorio non ci siano i più meritevoli, quelli che hanno costruito progetti partendo dal territorio e che la gente va a votare perchè li conosce e si fida di loro, ma i soliti volti della vecchia scuola, imbellettati da uomini nuovi, che nascondono le rughe dei decenni passati a Roma dietro vuote parole di cambiamento!
Solo reintroducendo le preferenze é possibile riparare quella profonda frattura che si é creata tra politica e società civile che ha alimentato il sentimento dell\’antipolitica.
Davvero si sceglie di dire no alle preferenze perché si temono pratiche clientelari o forse perché si ha paura di perdere i propri poteri di capo di partito?
Con una legge senza preferenze, infatti, è più importante dimostrare la propria fedeltà al capo che portare risultati concreti agli elettori, perchè i partiti spesso preferiscono riciclare persone poco limpide ma di fiducia piuttosto che affidarsi a uomini e donne capaci ma meno servili. É ora che chi sbaglia vada a casa e che sia il cittadino a poterlo decidere.
Non possiamo accettare una legge elettorale calata dall\’alto che inneggia al cambiamento e invece resta asservita alle logiche del passato.
Solo con le preferenze si può ricreare una classe politica degna del nostro Paese, l\’Italia
via"Senza preferenze nessun cambiamento" – Giornale di Bergamo.